EHI SIRI!

di | Ott 6, 2019 | Storie

“Ehi Siri?” In milioni avevamo pronunciato quelle che credevamo innocue parole per una ricerca. Praticamente tutti avevamo premuto i nostri pollici per attivare il cellulare; persone comuni e potenti del mondo. Il resto lo fece l’intelligenza artificiale. L’America allora aveva innalzato i dazi sul parmigiano italiano, poi i muri verso il Messico. La risposta furono tasse pesantissime sulle esportazioni e i  prodotti americani. La Cina irrigidì la produzione e si chiuse a riccio. La Russia ebbe paura e riservò tutte le risorse per il mercato interno, compreso il prezioso gas. I contratti furono stracciati e i rubinetti chiusi. Schierò l’esercito a difesa dei propri confini. L’America a sua volta, intimorita dai movimenti militari, armò i missili atomici anche nelle basi mediorientali. La Corea del Nord fece uscire le testate nucleari. Anche l’Europa emanò leggi speciali e riunì gli eserciti.

Iniziò un periodo di gravissima crisi economica ed energetica. Tutti i conti correnti furono contingentati. I risparmi privati furono confiscati. Il carburante dapprima iniziò a scarseggiare, poi le pompe una ad una chiusero. I supermercati si svuotarono e sul mondo calò la paura. In quasi tutti gli stati del mondo furono emanate leggi marziali.

L’uomo sembrava impazzito. Tutti contro tutti. La convocazione all’ONU di tutti i capi di stato sembrò l’ultimo tentativo delle poche persone che ancora sembravano conservare un briciolo di umanità. Dopo estenuanti incontri e pazzesche prese di posizione fu deciso di cessare qualsiasi allarme militare perché la partenza incrociata di testate nucleari avrebbe in pratica distrutto il mondo decretando la fine del genere umano. Ma nessuno aveva fatto i conti con i supercomputer.

I potentissimi “orecchi” dei software avevano ascoltato tutto anche tramite telefoni spenti in riunioni riservate. Mettere dazi prima che altri li mettano. Chiudere confini e porti prima di essere invasi. Prima la patria e poi la pace fra gli uomini.

La voce del Presidente e le sue impronte bastarono agli algoritmi privi della coscienza dell’uomo per progredire nella costruzione di un semplice concetto: attaccare prima di essere attaccati. Le chiavi di accesso formate dal riconoscimento dei timbri della voce e da precise parole di grammatica predittiva, furono elaborate in termini ontologici. Le password incentrate sul riconoscimento biometrico delle impronte digitali, facciali e dell’iride ritenute più sicure, avevano superato da tempo l’uso vetusto di chiavi fisiche contenute in cofanetti scomodi  e antichi. Si, i computer avevano tutto quanto bastava.

Furono sufficienti 60 minuti dal momento in cui i software delle difese mondiali attivassero la partenza dei missili, dopo fu la fine.

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Lascio questo messaggio ad un anno circa di distanza dal disastro in una bottiglia nel mare in un porto che penso fosse quello di Livorno. Sono solo con l’unica compagnia di Artù, un cane che mi è diventato amico. Ho girato per quello che riuscivo a fare,  per giorni, per mesi. Ho terrore a pensare di essere rimasto il solo essere vivente sui resti di quella che fu l’Italia. Non resta molto della mia esistenza e forse anche della vita del fido Artù. L esplosioni e le radiazioni, oltre a distruggere tutto, hanno minato la mia pelle, i miei organi interni e la mia vista. Spero che qualcuno ancora esista, forse in Africa, forse in Australia e che riesca a continuare il genere umano. Chissà probabilmente qualcuno un giorno riuscirà a rivedere il sole che forse splende ancora oltre questa nebbia perenne che sovrasta la mia vita.


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